Industria cartaria, le aziende vantano oltre €1,24 miliardi di crediti commerciali verso la clientela. Rappresentano un asset dal valore inespresso.
- Sulla base dell’analisi dei dati di bilancio al 2022, la composizione delle aziende associate ad Assocarta evidenzia che l’80% delle imprese si colloca nel cluster con una contenuta leva finanziaria e solo il 20% risultano nel cluster con leve finanziarie elevate su livelli comunque inferiori rispetto alla media delleimprese italiane (33%);
- In tale contesto, gli associati Assocarta evidenziano un’esposizione verso il sistema bancario di €930 milioni, più che compensata dall’entità dei crediti vantati verso i clienti che ammontano a €1,2 miliardi;
- Il ricorso a factoring (lato clienti) e reverse factoring (lato fornitori) produrrebbe un beneficio di cassa di ben €2 miliardi di euro, che consentirebbe di dimezzare il rischio delle imprese più indebitate e di rendere ancora più liquide quelle virtuose.
Milano, 14 settembre 2023 – L’industria cartaria è una delle realtà più dinamiche del nostro tessuto produttivo. Secondo gli ultimi dati di Assocarta, nel 2021 il fatturato del settore ha superato gli €8 miliardi, con una crescita record del +28,6% al 2020, dovuto anche al “rimbalzo” post Covid, cha ha posizionato per la prima volta l’Italia al secondo posto in Europa per volumi di produzione alle spalle della Germania. L’aumento dei tassi di interesse e dei prezzi delle materie prime e dell’energia hanno però messo a dura prova il comparto, che sa di dover investire in innovazione e sostenibilità per proseguire su questa strada. Per farlo, le aziende hanno bisogno di efficientare tempistiche di incasso e pagamento per generare cassa a sostegno degli investimenti, senza ricorrere al tradizionale indebitamento bancario, un canale sempre più costoso a seguito del progressivo rialzo dei tassati. A tal scopo oggi esistono soluzioni alternative, come il factoring e il reverse factoring in grado di migliorare il flusso di cassa. Ma qual è lo stato di salute finanziario dell’industria cartaria? Dall’analisi effettuata dalla società di consulenza finanziaria Hoshin Corporate Finance sui bilanci delle aziende socie di Assocarta1 emerge la fotografia di una filiera solida, con un livello di rischio piuttosto contenuto, ma che ha bisogno anche di strumenti finanziari innovativi. Ad essere a rischio “infinanziabilità” è circa 1 azienda su 5 (20%), molto meno rispetto alle imprese italiane in generale (33%)2. Fortunatamente, sul fronte opposto, il 33% delle società analizzate sono liquide, mentre le restanti (47%) presentano un grado di leva finanziaria contenuto. I debiti totali accumulati dalle aziende del settore ammontano a €931 milioni verso il sistema bancario, a cui si aggiungono €2 miliardi di debiti commerciali nei confronti dei propri fornitori. Proprio per quanto riguarda l’esposizione verso le banche, €442 milioni sono debiti a breve termine (€288 milioni sono concentrati prevalentemente presso le aziende 1L’analisi è stata effettuata considerando la leva finanziaria in termini di rapporto PFN (posizione finanziaria netta) / EBITDA. Le aziende che hanno un rapporto PFN/EBITDA inferiore a 0 si considerano liquide, quelle che hanno un rapporto che va da 0 a 3 presentano un rischio contenuto, quelle che hanno un rapporto compreso tra 3 e 6 hanno un rischio elevato). Lo studio riguarda 61 dei 71 soci Assocarta (sono stati esclusi 6 soci aggregati, in cui il business della carta non è il principale, e 4 soci i cui dati non sono disponibili). 2 Analisi di Hoshin Corporate Finance realizzata a marzo 2022 sui bilanci di un campione di 28.341 aziende italiane con un fatturato superiore a dieci milioni di euro.a rischio più elevato), mentre €489 milioni a medio-lungo termine (€609 milioni sono concentrati prevalentemente presso le aziende con livello di rischio più elevato).L’analisi dei crediti delle aziende risulta particolarmente interessante: le imprese socie di Assocarta vantano crediti commerciali per un totale di circa €1,2 miliardi, prevalentemente concentrati presso le aziende già liquide (circa €1mld). Di conseguenza, presentano un saldo crediti-debiti (verso le banche) positivo di quasi€270 milioni. Se le imprese potessero contare da subito sulle risorse dei crediti, avrebbero la soluzione teorica per ridurre consistentemente la propria esposizione con il sistema bancario e migliorare il proprio profilo finanziario. Come renderlo possibile? Attraverso il factoring, uno strumento già storicamente utilizzato dalle grandi aziende più strutturate ma che nel tempo si sta trasferendo anche alle imprese di piccole e medie dimensioni. Una soluzione che permette agli imprenditori di potersi finanziare a costi inferiori e indipendentemente dal rating, adatta quindi a tutte le imprese, sia con profili finanziari positivi, dove il factoring è comunque utile, sia negativi, dove invece è necessario. A questo strumento si aggiunge lo strumento del reverse factoring, o factoring inverso, che permette al fornitore di cedere le proprie fatture senza indebitarsi e alla azienda di estendere i propri termini di pagamento a favore delle società di factoring che hanno comprato tali fatture.Secondo l’analisi svolta da Hoshin, l’efficientamento delle tempistiche di pagamento dei fornitori consente, inoltre, di generare autofinanziamento interno, quindi un beneficio di cassa di ben €2 miliardi di euro, che consentirebbe di dimezzare il rischio delle imprese associate con un livello di indebitamento elevato(passerebbero dal 20% al 7% delle aziende considerate) e di rendere liquide molte più aziende con un livello di indebitamento contenuto (dall’ 80% al 93%). “L’industria della carta è virtuosa e rappresenta un segmento importante per l’economia del Paese – ha dichiarato Massimo Boccoli, Founding Partner di Hoshin Corporate Finance. La nostra analisi dimostra come l’utilizzo strategico di strumenti per l’efficientamento di cassa possa contribuire a migliorare ulteriormente le performance delle associate ad Assocarta. Mi riferisco sia alle imprese già performanti, sia a quelle con maggior tensione finanziaria. Factoring e reverse factoring possono dare un contributo fondamentale alla gestione del working capital, difficilmente raggiungibile con gli strumenti finanziari più tradizionali. Consentono il miglioramento degli indici di indebitamento, oltre che una serie di vantaggi indiretti anche per rendere più armonica la crescita sul lungo termine. Col reverse factoring, poi, è possibile fidelizzare i propri fornitori guadagnando maggior potere contrattuale con gli stessi. Avere liquidità immediata, senza impattare i bilanci aziendali, con conseguente miglioramento del rating e spesso costi inferiori, può rendere l’industria cartaria sempre più attrattiva e performante sul mercato.”Chi è HoshinHoshin Corporate Finance è una boutique di consulenza finanziaria specializzata sul debt advisory. Fondata nel 2019 da Massimo Boccoli e Alberto Maria Morra, professionisti con ventennale esperienza nel settore, assiste investitori di private equity, holding di partecipazioni e mid cap a controllo famigliare nella strutturazione di complesse operazioni finanziarie, aiutando gli azionisti a raggiungere i propri obiettivi strategici, attraverso un metodo strutturato ed uno sviluppo continuo di soluzioni finanziarie efficienti, innovative e personalizzate